Insomma. Io la partita non l'ho vista. Epperò tenevo alla Croazia. Anche se pure la Francia mi sta simpatica (per ragioni che non sto a dire, ma sono buone ragioni).
Ma tenevo alla Croazia perché la Croazia ai Mondiali non ci va mica spesso (mi hanno detto amici che se ne intendono) ed è un paese piccolino e recente con una storia complicata (come nazione, dico). E siccome a me piace Nanni Moretti che dice che lui sta sempre dalla parte delle minoranze (come me, appunto) io pensavo che era come tenere alla squadra di quelli che si impegnano ma hanno pochi soldi e mica che gli capita di nuovo subito di tornare ai mondiali e quindi bisogna tifarli. Ecco, sì: era giusto.
Insomma. Tifavo Croazia.
Ma la Croazia non ha vinto.
E ho questo senso di colpa inutile che io non l'ho guardata ma avrei dovuto. Perché magari anche un tifoso in più faceva la differenza e comunque uno non può tenere a qualcosa e poi non curarsene (come ho fatto io oggi che me ne sono stata in terrazzo a pensare ad altro e poi mi lamento pure che la Croazia non ha vinto).
In ogni caso.
Anche se non ho visto la partita io volevo dire alla Croazia che per me ha fatto comunque un miracolo, una poesia. E che l'autogol non l'ho visto, ma ho visto che quello dell'autogoal poi ha fatto goal. E anche questa è poesia. Poesia pura.
E che mentre la Croazia giocava, sul terrazzo dove stavo, è venuta una farfalla, bellissima eh, ed io ho pensato che era la farfalla della Croazia. Meglio, la farfalla di tutti quelli che il mondo li dà per spacciati, all'inizio, ma poi sono dei fighi pazzeschi, di tutti quelli che vivono un giorno (come le farfalle, appunto) ma loro poi sì che ci sono, con i loro errori e gli autogoal e la bellezza svolazzante e il fallimento che si recupera con l'impegno.
Insomma.
Io nella Croazia ho visto la saggezza delle farfalle.
Non hanno vinto. Ma sono dei vincitori.
Come le farfalle.
Perché si può essere belli come le modelle di Victoria Secret, ma belli come le farfalle lo si è raramente.
Viva la Croazia
#esercizidilibertà
Ma tenevo alla Croazia perché la Croazia ai Mondiali non ci va mica spesso (mi hanno detto amici che se ne intendono) ed è un paese piccolino e recente con una storia complicata (come nazione, dico). E siccome a me piace Nanni Moretti che dice che lui sta sempre dalla parte delle minoranze (come me, appunto) io pensavo che era come tenere alla squadra di quelli che si impegnano ma hanno pochi soldi e mica che gli capita di nuovo subito di tornare ai mondiali e quindi bisogna tifarli. Ecco, sì: era giusto.
Insomma. Tifavo Croazia.
Ma la Croazia non ha vinto.
E ho questo senso di colpa inutile che io non l'ho guardata ma avrei dovuto. Perché magari anche un tifoso in più faceva la differenza e comunque uno non può tenere a qualcosa e poi non curarsene (come ho fatto io oggi che me ne sono stata in terrazzo a pensare ad altro e poi mi lamento pure che la Croazia non ha vinto).
In ogni caso.
Anche se non ho visto la partita io volevo dire alla Croazia che per me ha fatto comunque un miracolo, una poesia. E che l'autogol non l'ho visto, ma ho visto che quello dell'autogoal poi ha fatto goal. E anche questa è poesia. Poesia pura.
E che mentre la Croazia giocava, sul terrazzo dove stavo, è venuta una farfalla, bellissima eh, ed io ho pensato che era la farfalla della Croazia. Meglio, la farfalla di tutti quelli che il mondo li dà per spacciati, all'inizio, ma poi sono dei fighi pazzeschi, di tutti quelli che vivono un giorno (come le farfalle, appunto) ma loro poi sì che ci sono, con i loro errori e gli autogoal e la bellezza svolazzante e il fallimento che si recupera con l'impegno.
Insomma.
Io nella Croazia ho visto la saggezza delle farfalle.
Non hanno vinto. Ma sono dei vincitori.
Come le farfalle.
Perché si può essere belli come le modelle di Victoria Secret, ma belli come le farfalle lo si è raramente.
Viva la Croazia
#esercizidilibertà