La signora di fronte, al primo piano, ha sempre le tapparelle abbassate e l'inferriata della finestra sul balcone chiusa. Sempre. Io pensavo che non ci fosse. O che non esistesse.
Poi è arrivata la sua voce.
Disobbedienti, ha gridato. Disobbedienti!
Mi pare che quello dei disobbedienti fosse un movimento post G8, ricordo, vagamente, una cosa così, quindi mi affaccio (finalmente posso esprimere senza vergogna tutto il mio voyeurismo per la vita altrui) e guardo giù.
Non capisco.
Guardo meglio.
Non sono i disobbedienti che mi aspettavo, gente con gli striscioni, urlatori, cinque provocatori tutti insieme a sfidare il sistema #iorestoacasa.
No.
I disobbedienti sono una mamma e una bambina di tre anni che camminano su un marciapiedi deserto. A onor del vero, devo dire, il padre c'era, circa cinque metri più avanti, con un sacchetto della spesa.
La signora urla, andate a casa non si esce in tre.
Tre in tutto, in tutta la strada, noto io.
La mamma urla, ma cosa vuole mio marito ha fatto la spesa.
La signora rilancia, come no con quel sacchettino che spesa avete fatto!
Il marito si gira e chiede, vuole scendere signora?
La bambina guarda.
Lei guarda tutti.
E continua a guardare anche quando la signora torna nel suo bunker, con la sua paura, con la sua rabbia, con se stessa e con la sua storia. Che non conosco, è vero.
La bambina guarda. Anche quando il papà la prende in braccio e la mamma si lamenta.
La bambina guarda e non capisce niente.
Mi viene in mente la figlia di una mia amica che mi ha detto, al telefono, hai presente, no, quel virus? Quel virus pericolosissimo che contagia tutti.
Ecco, adesso l'ho presente quel virus. È il virus del tutti contro tutti.
E si salvi chi può.
Io tifo per la bambina.
È suo il mondo, non nostro.
#esercizidilibertà (ancheiohopaura)
Poi è arrivata la sua voce.
Disobbedienti, ha gridato. Disobbedienti!
Mi pare che quello dei disobbedienti fosse un movimento post G8, ricordo, vagamente, una cosa così, quindi mi affaccio (finalmente posso esprimere senza vergogna tutto il mio voyeurismo per la vita altrui) e guardo giù.
Non capisco.
Guardo meglio.
Non sono i disobbedienti che mi aspettavo, gente con gli striscioni, urlatori, cinque provocatori tutti insieme a sfidare il sistema #iorestoacasa.
No.
I disobbedienti sono una mamma e una bambina di tre anni che camminano su un marciapiedi deserto. A onor del vero, devo dire, il padre c'era, circa cinque metri più avanti, con un sacchetto della spesa.
La signora urla, andate a casa non si esce in tre.
Tre in tutto, in tutta la strada, noto io.
La mamma urla, ma cosa vuole mio marito ha fatto la spesa.
La signora rilancia, come no con quel sacchettino che spesa avete fatto!
Il marito si gira e chiede, vuole scendere signora?
La bambina guarda.
Lei guarda tutti.
E continua a guardare anche quando la signora torna nel suo bunker, con la sua paura, con la sua rabbia, con se stessa e con la sua storia. Che non conosco, è vero.
La bambina guarda. Anche quando il papà la prende in braccio e la mamma si lamenta.
La bambina guarda e non capisce niente.
Mi viene in mente la figlia di una mia amica che mi ha detto, al telefono, hai presente, no, quel virus? Quel virus pericolosissimo che contagia tutti.
Ecco, adesso l'ho presente quel virus. È il virus del tutti contro tutti.
E si salvi chi può.
Io tifo per la bambina.
È suo il mondo, non nostro.
#esercizidilibertà (ancheiohopaura)