Un tema scottante. Attuale. Uno di quei temi da talk show, da eco-finanza illuminata e da teatranti alle prese con i contributi pubblici.
Il tema degli inetti e dei bravi studenti. Il tema dei primi della classe. il tema di chi si mette l'asticella sempre più in alto, di chi vuole superare il tempo migliore, di chi non si accontenta. Ma anche il tema dei fannulloni, di quelli che giocano al ribasso, dei famosi imboscati. E degli intrallazzoni.
Perché la questione è evidente, lapalissiana (parola odiosa), eppure assai dibattuta. La qualità non è quantificabile. La quantità non è qualificabile.
Ovvero: chi controlla i controllori?
I controllori sono incontrollabili.
Alla fine trattasi di fede - non di fiducia - la stessa fede che si applica ai dogmi, agli ideali, e alla nascita dell'universo.
Quel che non si può controllare è oggetto di atto di fede.
Abbiate fede (speranza e carità sono la diretta conseguenza), sappiate che chi giudica se la vostra quantità si tramuterà in qualità o la vostra qualità si farà quantità numerabile (dieci, venti cento punti qualità, olé!) è il vostro controllore.
Amatelo per questo.
Il padre buono o cattivo, reale o putativo, che valuterà, e di voi deciderà (che poi de-cidere ha la stessa radice di re- cidere, che, pensa un po', significa tagliare - Ah.... le parole che grande invenzione!).
Ma no, scusate, non esageriamo. Stiamo sottovalutando un aspetto fondamentale: l'imponderabile.
Ovvero, anche lo spazio di manovra dei controllori è limitato: dal contesto.
Il contesto determina, definisce, impone. Il controllore si muove nei meandri del contesto, è costretto a barbatrucchi di ogni sorta per arginarlo, muoversi ai suoi limiti, recuperare una piccola parte di libertà... E' difficile, ma è un lavoro necessario.
E così, tra controllori in cui aver fede, numerini e numeretti, che sono comunque relativi... - un po' come le distanze, perché se mi sembra difficile andare a piedi da casa mia a Roma, direi che è cosa fattibile paragonata al percorso tra me e la stella xy, ai margini del sistema solare- ...insomma, tra queste cose, io, personalmente, mi sento un po' schiacciata.
Non è colpa di nessuno. Ovvio. Sarà il contesto, sarà l'incontrollabilità dell'altro che sempre mi terrorizza e affascina, sarà il sistema in cui sono inserita (e l'ho voluto io, non mi lamento).
Sarà quel che sarà, ma alla fine mi sembra sempre più che tutti, proprio tutti, si sentano in balia di forze sovrumane.
Controllati e controllori. In questo senso siamo tutti uguali.
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